Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha dichiarato che l’assegno unico per i figli sarà operativo nel 2021. La misura, per il cui finanziamento dovrebbero essere stanziati 3 miliardi di euro, potrebbe essere varata entro il prossimo gennaio. Approvata dalla Camera, si attende l’ok da parte del Senato.
L’assegno unico sarà a disposizione di tutti i cittadini italiani, dell’Unione europea e degli extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo, di lavoro o di ricerca, ma residenti in Italia da almeno due anni (anche non continuativi). L’altro requisito fondamentale è che abbiano dei figli a carico, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età. La misura non sarà rivolta esclusivamente ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati: rientreranno infatti anche gli autonomi, i liberi professionisti e i disoccupati.
Assegno unico mensile per ogni figlio fino a 21 anni da 200 euro a 250 euro per supportare le famiglie in difficoltà.
Secondo quanto previsto dal Family Act, l’importo dell’assegno unico dovrà essere strutturato secondo i seguenti parametri:
- un assegno universale di importo minimo, riconosciuto a tutte le famiglie con figli fino a 18 anni (elevabile fino a 21 anni);
- una maggiorazione variabile determinata per scaglioni dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE);
- in caso di figlia o figlio successivo al secondo, l’importo dell’assegno universale è maggiorato del venti per cento;
- è riconosciuto a decorrere dal settimo mese di gravidanza;
- l’importo dell’assegno tiene conto dell’età dei figli a carico;
- l’assegno universale è incrementato per ciascun figlia o figlio con disabilità, ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
- è riconosciuta una integrazione compensativa dell’importo dell’assegno diretta ad assicurare che lo stesso non risulti in ogni caso inferiore a al trattamento complessivo in quello in godimento al nucleo familiare.
Il nuovo assegno unico prenderebbe il posto dei bonus per le famiglie e nuovi nati attualmente vigenti.
Tra queste, sarebbero aboliti il bonus bebè, il bonus mamme di 800 euro, così come gli assegni familiari e gli ANF ed alcune detrazioni fiscali, tra le quali quella per gli asili nido.