Donne in Campo è un’iniziativa prevista dalla legge di Bilancio 2020, che ha istituito un Fondo rotativo da 15 milioni di euro per la concessione di mutui a tasso zero alle imprenditrici agricole.
Il decreto del Ministero delle Politiche agricole pubblicato in Gazzetta ufficiale affida la gestione del Fondo a ISMEA che a breve approverà i termini e le modalità di presentazione delle domande.
A beneficiare di Donne in campo sono le micro, piccole e medie imprese, in qualsiasi forma costituite, che presentino progetti per lo sviluppo o il consolidamento di aziende agricole, attraverso investimenti nel settore agricolo e in quello della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
Le imprese devono essere in possesso dei seguenti requisiti:
- a) essere regolarmente costituite ed iscritte nel registro delle imprese;
- b) esercitare esclusivamente l’attività agricola ai sensi dell’art. 2135 del codice civile;
- c) essere amministrate e condotte da una donna, in possesso della qualifica di imprenditore agricolo o di coltivatore diretto come risultante dall’iscrizione nella gestione previdenziale agricola ovvero, nel caso di società, essere composte, per oltre la metà numerica dei soci e delle quote di partecipazione, ed amministrate, da donne, in possesso della qualifica di imprenditore agricolo o di coltivatore diretto come risultante dall’iscrizione nella gestione previdenziale agricola;
- d) avere sede operativa nel territorio nazionale;
- e) essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a procedure concorsuali;
- f) non rientrare tra le imprese che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
- g) non rientrare tra le imprese in difficoltà.
Per accedere ai finanziamenti i progetti devono perseguire almeno uno dei seguenti obiettivi:
- miglioramento del rendimento e della sostenibilità globale dell’azienda agricolamediante una riduzione dei costi di produzione o mediante miglioramento e riconversione della produzione e delle attività agricole connesse;
- miglioramento delle condizioni agronomiche e ambientali, di igiene e benessere degli animali, purché non si tratti di investimenti realizzati per conformarsi alle norme già previste dall’Unione europea;
- realizzazione e miglioramento delle infrastruttureconnesse allo sviluppo, all’adeguamento ed alla modernizzazione dell’agricoltura.
I progetti non possono essere avviati prima della presentazione della domanda e devono concludersi entro ventiquattro mesi dalla data di ammissione alle agevolazioni.
Le spese ammissibili spaziano dalla realizzazione di studi di fattibilità alle opere edilizie per la costruzione o il miglioramento di beni immobili, dall’acquisto di terreni alla formazione specialistica di soci e dipendenti coinvolti nella realizzazione del progetto.
Per la realizzazione dei progetti è prevista la concessione di mutui a tasso zero, della durata minima di cinque anni e massima di quindici anni, comprensiva del periodo di preammortamento.
L’importo dei finanziamenti non può essere superiore a 300mila euro, né superare il 95% delle spese ammissibili. Il mutuo agevolato deve essere assistito da garanzie per l’intero importo concesso, maggiorato del 20% per accessori e per il rimborso delle spese, acquisibili nell’ambito degli investimenti da realizzare.